Il filo di seta

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di Anna Salvadei

Ogni sette anni le cellule del corpo umano si rinnovano del tutto, e di fatto noi ci ancoriamo a esso grazie a pensieri e ricordi che abitano via via un corpo in costante mutamento.

Questo, per gli esseri umani.

Ma se a divenire senziente fosse un baco da seta, un futuro filo?

Quante vite, quanti incontri, quante sensazioni potrebbe raccontare alle anime affini?

Il patto che offre la scrittrice Anna Salvadei ai lettori è diretto e geniale: immedesimatevi in un nuovo punto di vista, abituati come siamo a vivere di preconcetti l’unico modo per rinnovare la curiosità sta nel prendersi una pausa per osservare il mondo – la vita – da una diversa prospettiva.

Un filo può trasformarsi in sciarpa, una sciarpa può riscaldare o trasformarsi in strumento di tortura: il peregrinare, gli incontri e le costanti mutazioni del filo ci insegnano quanto non esiste il bene o il male in sé ma l’uso e la finalità che diamo alle azioni e agli oggetti per giustificare la nostra natura.

Pronti a scoprire chi siete?

 

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Ecco un’anteprima del romanzo
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Come ogni altro essere vivente anche io sono nato da mia madre.

Da quei pochi millimetri iniziali il mio corpo ha cominciato a formarsi, allungandosi di ora in ora sempre più. Lei ha impiegato quasi quarantotto ore a generarmi e, alla fine di quel lungo e sfiancante lavoro, il mio corpo misurava circa due chilometri.

Ho cominciato a respirare per il suo volere egoistico, lei che ha voluto proteggersi in un momento di massima fragilità. Si è aggrovigliata dentro di me e io, commosso dalla vita che mi toccava per la prima volta, l’ho abbracciata teneramente.

Ero appena nato, ero ancora ignaro di ogni cosa.

Un piacevole calore ci circonda e presto ci addormentiamo con la serenità tipica che segue la fatica.

Quella quiete dura pochi istanti.

Durante il sonno, qualcuno ci solleva: dove ci stanno portando? Cosa sta accadendo?

La calma originaria lascia spazio all’agitazione quando noto, attraverso la zampa che ci stringe, strani macchinari che roteano generando un rumore tremendo e un secchio… Pieno di cadaveri.

 

Provo a urlare cercando di svegliare mia madre, ma lei non riesce a sentirmi.

É ormai caduta in un letargo che sarebbe durato eternamente.

Ci gettano in una grande bacinella di acqua calda senza lasciarci scampo e, solo per un momento, trovo quel tepore piacevole.

L’acqua però non è solo calda, ma bollente, ustionante.

 

 

In pochi secondi io e mia madre siamo sommersi da miliardi di altri piccoli bozzoli bianchi.

Schiacciati.

In quelle fiamme liquide.

Il terrore si impossessa del mio sguardo.

Provo a chiamarla, ma le parole soffocano nel liquido opaco.

Quel momento dura un’eternità.

Secoli in un secondo di tempo.

Il suo viso sembra così sereno, ma nel mentre il suo corpo arde e lei smette di respirare.

 

Mia madre è morta in pochi istanti.

Dentro di me.

L’hanno bruciata viva.

 

Successivamente sperai che fosse morta per annegamento, piuttosto di sopportare la sensazione del suo corpo che brucia. Non capirò mai perché io non abbia provato quel dolore e perché non sia morto con lei.

Forse non sono mai stato vivo.

La vita è dolorosa, ma per un bozzolo come me… è un inferno.

 

 

….continua

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