Ladra di anime

16,00 

di Adriana Polci

 

Nella quiete di una notte qualunque Asura, ragazza senza ricordi né meta, vaga per le terre conosciute, alla ricerca di un senso. Trova rifugio in una locanda accogliente, popolata da persone generose e amichevoli, dove si risveglia un mattino, pronta a ricominciare da zero. Senza memoria, in un mondo segnato dall’eterna guerra tra due Regni, Oscurità e Luce, nemici giurati dall’alba dei tempi, riuscirà Asura a scoprire chi è e quale sia la sua origine?

Mentre lavora alla locanda incontra le principesse del Regno della Luce e i Cavalieri Magici, le rare persone che padroneggiano la magia in un mondo in cui è quasi scomparsa.

Asura così scopre di possedere  l’innaturale e unica capacità di attraversare i mondi dell’Oltremorte, viaggiando tra L’Oltre, il Limbo e l’Inferno. Ha il potere di trasportare le anime da un luogo all’altro, inclusa la realtà in cui vive. Questo, però, ha un costo terribile. Ogni incursione nei mondi dell’Oltremorte ha un prezzo da pagare…

Determinata a utilizzare il suo dono per aiutare gli altri, Asura si ritrova coinvolta in una guerra che non le appartiene, pronta però a lottare per la sua vita e per quella delle persone che ama.

Battaglia dopo battaglia, saprà dimostrare il suo valore, prima che la capitale del Regno di Luce, Ladaesta, venga attaccata?

In questo mondo di magia e conflitti, Asura dovrà scoprire la verità su sé stessa e il suo potere, affrontando pericoli mortali e oscure verità per salvare ciò che ha di più caro.

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Disponibilità: 169 disponibili

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Prologo

 

Agli albori dei tempi, quando l’esistenza della vita non era che una mera idea del creatore, non vi era altro che il nulla a governare questo universo.

In un nulla fatto del niente cosmico, un piccolo embrione si accese, composto di qualcosa che, a differenza del nulla, era fatto di esistenza.

Quell’embrione si ingrandì, generando, a poco a poco, la materia prima dell’universo. Quella materia poi si divise in due, divenendo luce e buio.

Queste due entità rappresentavano, fin dal principio, l’essenza più intrinseca dell’esistenza, due facce di una stessa moneta che, interagendo tra di loro in modo complementare, plasmarono l’universo.

Ove il buio nascondeva, la luce illuminava, ove uno creava la vita, l’altro concludeva col riposo eterno. Ove uno creava la notte, ricca di meravigliose stelle, l’altra sceglieva la stella più bella, e la avvicinava, in modo da illuminare la notte per la metà del tempo.

Più il tempo passava più queste entità agivano, fino a quando questo mondo non fu ricco di particolari.

Crearono la terra, su di essa lasciarono gli spiriti minori: gli elementi, i demoni e altre essenze in grado di migliorare quel mondo fino a renderlo perfetto.

Nella terra che scelsero come base per le loro colture, luce e buio unirono le mani per creare gli esseri che l’avrebbero abitata.

Gli esseri umani erano bellissimi, ciascuno diverso dall’altro, unici e meravigliosi nel loro piccolo.

Le due entità progenitrici donarono loro tutti i poteri di cui potevano disporre, convogliandoli in un’unica, grande, capacità: la magia.

Ma l’essere umano era intriso di sentimenti e di emozioni che le entità avevano donato; sentimenti che spaziavano tra l’amore, la gioia, ma anche l’invidia, l’ingordigia e questo portò alle prime, grandi guerre.

La prima guerra fu combattuta fra maghi, per ottenere il controllo sul popolo esistente, e lasciò una scia di morte che provocò così tanto dolore nelle entità da decidere di punire gli esseri umani.

Luce e buio crearono un nuovo luogo che potesse accogliere le anime impure delle loro creazioni e punirle per i loro peccati: l’Inferno. Assieme a esso crearono altri due luoghi, desinati ad accogliere le anime che avevano abbandonato i corpi terreni: il primo adibito al riposo eterno e a rendere la permanenza delle anime meritevoli più lieta possibile, l’Oltre. La seconda era stata creata per quelle anime che avevano ancora un appiglio forte col mondo dei vivi. Le anime che non erano in grado di accettare la morte avrebbero vissuto nel Limbo, tra la vita e l’Oltre, in una nebbia di indecisione e di attesa.

Poi osservarono gli esseri umani. L’essere umano era corrotto dal desiderio di potere, e le due entità non avrebbero potuto far nulla per cambiare questo.

Amavano troppo le loro creazioni per cancellarle, per cui si limitarono a togliere loro il dono che gli era stato offerto in principio.

Quella magia, che la prima generazione aveva usato per scopi tanto orrendi, era stata negata alla seconda.

I figli di maghi nacquero privi di ogni potere magico, nonostante i genitori rimasero immutati.

Ciascuna delle due entità scelse una famiglia: un uomo e una donna a cui donare dei poteri in grado di gestire luce o buio, e tutto ciò a loro annesso. Le due famiglie avrebbero dovuto rappresentare la permanenza delle entità nel mondo dei vivi, e solo a loro e ai discendenti di sangue era permesso usare quel potere per fare del bene.

Le entità minori scelsero i loro rappresentanti creando le nuove specie che avrebbero abitato quella terra in pace e in armonia assieme agli umani; tra le specie create vi erano gli elfi boschivi, gli elfi del fuoco, i giganti e le dolci ninfe. Ai demoni, figli dell’Inferno, era permesso passare nel mondo dei vivi solo se evocati, come punizione per aver ucciso quando erano ancora anime in un corpo vivo.

Entità e spiriti lasciarono il mondo dei vivi per poter osservare come quel meraviglioso mondo sarebbe proliferato, creando una società governata dall’amore per il prossimo.

 

Ma l’essere umano era vile nel suo intimo, oramai corrotto in principio e le due famiglie raggrupparono quanta più gente possibile attorno a loro, in modo da creare due regni separati. A loro volta, ogni specie si distaccò dalle altre, creando un proprio popolo, con regole, gerarchie e ideali.

I maghi si raccolsero, creando con la loro magia un luogo ove nascondersi.

Molte guerre ferirono quella terra per anni e anni; molte dispute nella quale la morte regnava sovrana, solo per il desiderio di primeggiare e comandare quel mondo creato per l’armonia.

Luce e buio furono rivali in principio, fraintendendo i loro compiti e i loro poteri, iniziando una guerra che per centinaia di anni si alternò con rari momenti di pace. Ma quella guerra non aveva una fine.

Gli umani usarono i maghi, o la magia delle famiglie a capo. Crearono spade e coltelli, poi scelsero quella che per loro sarebbe stata l’arma più brutale: la loro stessa malvagità; condensata in esseri: i demoni.

Tra questi esseri, non tutti desideravano la guerra. Molti di loro fuggirono da essa ed eressero un luogo in cui vivere in pace, seguendo gli ideali delle loro entità generatrici.

La chiamarono la Città della Pace.

La nascosero al mondo e ospitarono chiunque, elfo, umano gigante o ninfa che fosse, purché si mantenesse la pace di quel piccolo angolo di paradiso, creato in un mondo di orrore e morte.

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