Persino le pecore sono stanche

15,00 

di Bruna Macaluso

Illustrazioni di Donata Possetti

 

In un periodo di cambiamenti e di società che per pigrizia e comodità instillano alle persone paure e incertezze, l’ultima speranza per l’essere umano risiede nell’ascolto della propria anima.
Ma se a ribellarsi da quest’epoca di incertezza e rancori mal sopiti fossero anche gli animali che popolano i nostri sogni? E se a scioperare fossero le pecore, impedendoci quel conteggio che tante volte ha conciliato il sonno?
Parte da qui la nuova favola di Bruna Macaluso, dal viaggio interiore di una donna – Nashota – che, disillusa dal presente così privo di empatia tra individui, intraprende un viaggio fisico e onirico alla ricerca del Vero sé e di quelle risposte che, nel profondo del cuore di ognuno, attendono solo di essere svelate.

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Qualcuno ci sta osservando 

 “Si può sapere cosa sta succedendo lì sulla terra?” chiese la Morte a Vita, visibilmente provata. “Qui arrivano anime apparentemente prive di coscienza e in totale assenza di memoria indossando la mascherina e occhiali scuri, quasi volessero evitar di parlare e di vedere la luce.”  

“Credimi Morte, non so più cosa fare… Metto a disposizione degli esseri umani ogni sorta di bellezza ma sembrano incapaci di guardare, o meglio: guardano ma senza vedere veramente e non sentono i miei innumerevoli richiami verso la gioia e la positività. Non sono più in grado di trasformare e gestire questa situazione da sola. Ho bisogno di confrontarmi con Paura, oramai dovrebbe rivedere i suoi parametri.” 

“Ah no, non prendetevela con me!” disse Paura, abilmente nascosta ma consapevole di essere nel banco degli imputati di quel grande incontro. “Anch’io sono stanca, ma tutto sembra essere diventato statico e stagnante nella mente umana. Non mi diverto più. È un vincere troppo facile. Voi due che dite? Siamo arrivati alla vera fine?” 

“Se così è, abbiamo tutti fallito il nostro compito” disse Vita. “Non dimentichiamo la nostra responsabilità sugli altri regni con cui l’uomo si interfaccia e interagisce…” 

A quelle parole, Morte capì di dover intervenire. “Chiamatemi tutte le dualità a confronto, anche il karma. Ho bisogno di sentire ogni voce prima di decidere la sentenza con lo Spirito e la Mente Cosmica. Non dobbiamo più perdere tempo, stanno osservando l’uomo e i suoi pensieri con sempre più perplessità. Troppe volte ho visto la loro mano sollevare la spada e spazzare via la massa densa e nera provocata da un libero arbitrio inconsapevole e pericoloso. Voi intanto datevi una tregua cercando di collaborare in qualche modo. A te Vita grava il compito più arduo: risvegliare quante più anime possibili prima del passaggio dimensionale nella nuova Era che attende. A te Paura invece propongo un periodo di ferie: mettiti all’angolo e ritrova il tuo vero potenziale per nuove e più valide necessità. Smettila di portare avanti il teatrino dell’ombra che finge di esserti alleata ma che presto ti abbandonerà. Vi chiamerò nuovamente appena avremo preso la nostra decisione sulle sorti umane e terrene. Nel frattempo vi invito a fare del vostro meglio per tenere sotto controllo la situazione. So di chiedervi parecchio ma molto dipende da questa assurda realtà. Neppure noi ci aspettavamo di dover fare i conti con una possibile e vera estinzione come quella che fu per Atlantide.” 

Morte, Vita e Paura si lasciarono così, con una sottile e gelida sensazione di impotenza ma consapevoli di poter ancora giocare un ruolo determinante per salvare tutto ciò che si poteva del potenziale umano.  

Ma quegli esseri umani definiti salvabili, come riconoscerli? 

Esiste un solo richiamo in grado di connettere il presente con i frammenti delle memorie trascorse, esiste un solo grido che pare provenire da un luogo distante pur abitando nel cuore di ognuno… 

Insomma: l’ultima speranza per l’uomo risiede nell’ascolto della propria anima. 

 

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